Napoli, Domenica 12 Settembre 1943
I video di quella giornata di massacri nazisti.
Napoli, 11.09.2020 di Vincenzo Delehaye
Roberto Amoroso (Napoli, 07.01.1911 – Napoli, 03.02.1994) [vedi FOTO 1] inizia a lavorare nel cinema come pianista-accompagnatore durante la proiezione dei film muti, poi passa dietro alla macchina da presa e diventa il corrispondente da Napoli per le testate della Fox (Stati Uniti d’America) e dell’Istituto Luce (Italia).

Roberto Amoroso (Napoli, 07.01.1911 – Napoli, 03.02.1994) in Uniforme Alleata (1943-1945)
Negli anni ‘30 intraprende anche la carriera di fotoreporter per quotidiani sportivi come “La Gazzetta dello Sport” e per un giornale del fascismo “il Littoriale”, stringendo amicizia con personalità del calibro di Attila Sallustro, Primo Carnera e Learco Guerra, incontrando anche varie volte Benito Mussolini.
In quel periodo apre uno studio-laboratorio a Napoli, in Piazza del Plebiscito, sotto i portici della Basilica di San Francesco di Paola, ed istituisce una specie di “Domenica Sportiva” ante-litteram presso l’affollatissima birreria di famiglia in Piazza Giuseppe Garibaldi, alla Ferrovia.
L’attività cinematografica iniziò negli anni ‘40 quando cominciò a produrre alcuni documentari.
Dal 1941 Amoroso diventò fotoreporter di guerra per il Cinegiornale Luce, cominciando a documentare i tragici effetti dei bombardamenti alleati sulla città e, poi, nel Settembre 1943, quelli della sanguinaria occupazione nazista e la successiva rivolta dei napoletani.
Domenica 12 Settembre 1943, dalle ore 15:00, si ha l’epilogo della presa di potere di Napoli da parte delle truppe tedesche.
600 militari tedeschi, con al comando il Ten. Col. Schuenburg (vice comandante della Platzkommandantur Neapel / Stadtkommandantur von Neapel) [SIC!] ed il Magg. Hugo Saggau (comandante del Landesschützen-Bataillon 676.), con molti mezzi, anche corazzati, circondando l’insula universitaria di Napoli (da Piazza Giovanni Bovio a Via Antonio Tari, da Corso Umberto I a Piazza San Domenico), spengono gli ultimi focolai di resistenza intorno al Palazzo dei Telefoni della SET – Società Esercizi Telefonici a Via Agostino Depretis ed ai suoi locali tecnici in Via Marchese Campodisola, dove si trova anche la Stazione “Napoli-Porto” dei Carabinieri Reali che avevano partecipato alla difesa.
Intorno alle 16:30/17:00, dopo aver già fucilato alcuni militari (marinai e finanzieri) sulla rampa del Palazzo della Borsa (all’epoca delle Corporazioni) in Piazza Giovanni Bovio ed avendo massacrato 18 prigionieri, con l’esplosione di una mina, probabilmente nell’enorme Ricovero Antiaereo no 16, anticrollo da 3.600 persone, di Piazza Giovanni Bovio no 22, sparato contro il portone d’ingresso dell’Università un colpo di cannone, bruciato il sottoscala, l’atrio, il pian terreno ed il 1o piano della stessa Università, nonché saccheggiato e dato fuoco alla Biblioteca della Società Reale, al Cortile del Salvatore, alla Facoltà di Ingegneria ed agli Istituti di Chimica, saccheggiato e dato fuoco a varie abitazioni, tra cui quella della Prof.ssa di Chimica Marija Mikhaìlovna Bakùnina (Marussia Bakunin, figlia dell’anarchico russo Mikhaìl Aleksàndrovič Bakùnin e zia del matematico Renato Caccioppoli), e negozi tra Piazza San Domenico, Piazzetta Nilo, Via Mezzocannone e Via Sedile di Porto, radunano, poi, la popolazione, rastrellata nei dintorni, davanti allo scalone principale d’ingresso dell’Università degli Studi di Napoli, su Corso Umberto I, e traggono su di esso un Marinaio italiano, reo di aver fatto esplodere una bomba a mano, o sparato con una pistola, contro un mezzo tedesco, uccidendo forse un ufficiale. Gli legano le mani alla schiena. Con due colpi di fucile lo freddano, al cospetto della popolazione terrorizzata, costretta a stare in ginocchio e ad applaudire. Testimoni oculari, discordi, parlano anche dell’esplosione di un colpo di grazia[1].
Il Marinaio della Regia Marina Militare resta a tutt’oggi ignoto, anche se esiste una rosa di nomi su cui indagare ed approfondire, e forse anche un viso; proprio il nome fatto di Andrea Mansi[2], [3] sembra essere quello meno probabile, anche per documenti coevi e da una analisi fattuale, nonchè da alcuni fotogrammi che però devono essere ancora studiati a fondo.
All’ignoto Marinaio sono dedicate a Napoli 2 Lapidi, purtroppo ambedue soffrono di pecche storiche e da enfasi che distorcono non solo gli accadimenti di quei giorni, ma, perfino i possibili/probabili personaggi coinvolti:
- Lapide commemorativa sullo scalone principale d’ingresso dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” sul Corso Umberto I, (1944-1989 e 1989-oggi) (40°50’43.3607999”N 14°15’28.0260000”E), con un testo a firma dell’allora Rettore universitario Alfonso Omodeo[4] [vedi FOTO 2];
- Lapide commemorativa sulla parete dello scalone sinistro d’ingresso della Stazione Marittima di Napoli al Molo Angioino, (2003-oggi) (40°50’19.2263999”N 14°15’29.3363999”E), con un testo di una poesia (“‘O marenaro”) di Aldo De Gioia[5] [vedi FOTO 3].

Lapide commemorativa sullo scalone principale d’ingresso dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” sul Corso Umberto I, (11.11.1944-00.00.1989 e 00.00.1989-oggi) (40°50’43.3607999”N 14°15’28.0260000”E)

Lapide commemorativa sulla parete dello scalone sinistro d’ingresso della Stazione Marittima di Napoli al Molo Angioino, (12.03.2002-oggi) (40°50’19.2263999”N 14°15’29.3363999”E)
La tragica scena, da parte tedesca, fu filmata[6] da almeno una delle due Film-Aufnahmetrupp (Troupe di Registrazione Cinematografica)[7], [8] del Schwerer Kriegsberichterzug (Plotone Pesante di Corrispondenti di Guerra) della Propagandakompanie 699. (699a Compagnia di Propaganda), dipendente direttamente dal Propaganda-Einsatz-Führer (Capo delle Operazioni di Propaganda) della AOK 10. – 10. Armee / Armeeoberkommando 10. (10a Armata / 10o Comando Supremo d’Armata)[9], utilizzando, plausibilmente, una cinepresa da 35 millimetri Arriflex Camera 35 (del 1937) della Arnold & Richter A.G. di Monaco di Baviera [vedi FOTO 4 e 5], su treppiede, con 60 metri circa 200 piedi di pellicola, che fu posta su un automezzo militare (verosimilmente una Horch 901 – mPkw. Kfz.15 o Kfz.12) [vedi FOTO 6 e 7] in Via Luigi Palmieri all’incrocio con Corso Umberto I. Probabilmente con una cinepresa dello stesso marca/tipo, ma brandeggiabile, i tedeschi filmarono la scena da vicino, da un’altra angolazione, direttamente dalle scale dell’Università, dietro il Marinaio.

Arriflex Camera 35 (del 1937) Arnold & Richter A.G. (München) 60 metri circa 200 piedi di pellicola brandeggiata da Operatori di una Film-Aufnahmetrupp.

Askania Z 35mm Film Camera (del 1931) Askania A.G. (Friedenau and Dessau) 60 metri circa 200 piedi di pellicola su treppiede su una Pkw. Kfz.15. di una Film-Aufnahmetrupp.

Einheits-Pkw. – Einhets-Personenkraftwagen.
Auto Veicolo Passeggeri Standardardizzato.
Marke: Horch, Modell: 901 Militärbezeichnung: Kfz.12 – Kraftzeug 12 Typologie: mittlerer Pkw. mit Gerätkasten und Sondereinrichtung, Filmaufnahmekraftwagen mit Einheitsfahrgestell.
Marca: Horch, Modello: 901 Denominazione Militare: Kfz.12 – Veicolo a Motore 12 Tipologia: Auto Veicolo Passeggeri Medio con scatola porta attrezzi e attrezzatura speciale, Auto Veicolo per la registrazione di film con telaio standard.

Einheits-Pkw. – Einhets-Personenkraftwagen.
Auto Veicolo Passeggeri Standardardizzato.
Marke: Horch, Modell: 901 Militärbezeichnung: Kfz.15 – Kraftzeug 15 Typologie: mittlerer Pkw. mit Gerätkasten und Sondereinrichtung, Filmaufnahmekraftwagen mit Einheitsfahrgestell.
Marca: Horch, Modello: 901 Denominazione Militare: Kfz.15 – Veicolo a Motore 15 Tipologia: Auto Veicolo Passeggeri Medio con scatola porta attrezzi e attrezzatura speciale, Auto Veicolo per la registrazione di film con telaio standard.
Ma, posto sulla carreggiata di Corso Umberto I, in linea tra il mezzo cinematografico tedesco ed il Marinaio sulle scale, alle spalle della folla di napoletani, che furono costretti a guardare, inginocchiarsi ed applaudire a quella scena, c’era Roberto Amoroso, con una sua piccola cinepresa da 16 millimetri brandeggiabile, che poteva al massimo montare una pellicola di 120 metri circa 400 piedi.
Filmò qualche secondo [vedi FOTOGRAMMA 1], l’esatto momento della fucilazione. Lo rivela direttamente lui in interviste successive[10], [11] ,[12].

Fotogramma reale del video, di Roberto Amoroso, della fucilazione da parte dei tedeschi del Marinaio italiano, sullo scalone principale d’ingresso dell’Università degli Studi di Napoli, Domenica 12 Settembre 1943 – 16:30:00/17:00:00. L’intero video, rallentato, è visibile da questo link: https://www.youtube.com/watch?v=GembFpacwGw
Il documento filmato da Amoroso fu consegnato dallo stesso alle Autorità Militari Alleate appena arrivate a Napoli, e, secondo la vulgata, quel documento, dovrebbe essere custodito a Washington[13], valendogli un compenso da parte di un non meglio identificato Colonnello Gengiarelli[14], capo [SIC!] della PWB Unit No. 8 della PWB – Psychological Warfare Branch, che si era stanziata nel palazzo d’angolo tra Corso Umberto I e Piazza Nicola Amore di Napoli, dipendente dall’AFHQ – Allied Force Headquarters, oltre che un invito a collaborare con gli stessi Alleati, sempre in qualità di cineoperatore.
Questa collaborazione gli procurò parecchia pellicola vergine, da utilizzare per i suoi reportage. Brani filmati, compresi quelli dal 1941 in poi, che poi lui utilizzò massivamente nelle sue realizzazioni filmiche, a partire da “Malaspina” (1945)[15], “Madunnella” (1946), “Nennella” (1947), oltre a cederle anche a Roberto Rosellini per “Roma città aperta” (1945) e “Paisà” (1946) e ad Eduardo De Filippo per “Napoli Milionaria” (1950).
Il brano del filmato di Amoroso, che è stato riscoperto nel 2017[16], [17] da Vincenzo Delehaye, e che impressiona il momento della fucilazione del Marinaio, è brevissimo, dura solo 2,37 secondi, che, per una pellicola a 16 millimetri a 24 fotogrammi per secondo, equivalgono a 57 fotogrammi.
Improbabile che l’intero film e non solo la sequenza in questione, possa trovarsi presso gli Archivi Italiani[18].
Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, Amoroso passa al cinema di finzione sceneggiando, dirigendo (sempre senza credit) e producendo film, spesso di ambientazione napoletana.
Dal 1945 produsse, con le sue C.A. (Cine Amoroso) e, poi dal 1948, Sud Film, e sceneggiò una ventina di pellicole fino al 1973, dapprima melodrammi strappalacrime destinati al Meridione.
Negli anni ‘60, fondata a Roma la Ramo Film, finanziò qualche commedia e spaghetti-western, firmandosi anche con gli pseudonimi Aldo Ramo o Tony Good, con registi come Mario Monicelli, Giuseppe De Santis, Ladislao Vajda e Giorgio Ferroni.
Nel 1954 ha l’unica sua esperienza registica ufficiale con il film “Due soldi di felicità”, del quale scrisse anche il soggetto e la sceneggiatura.
Quella sequenza di Amoroso si ritrova, però, anche, nelle:
- 21a Sequenza (00:03:01,17 / 00:03:03,63 – per 2”,46) del Documentario “L’Italia s’è desta”[19], per la regia di Domenico Paolella, prodotto dalla INCOM (Roma) nel 1947;
- 2a Parte (00:33:22,13 / 00:33:24,50 – per 2”,37) del Film “Napoli milionaria”[20], per la regia di Eduardo De Filippo, prodotto da Dino De Laurentiis (Roma) nel 1950;
- DocuFilm “Bruciate Napoli”, per la regia di Arnaldo Delehaye, prodotto dall’Associazione Culturale “Le Nove Muse” (Napoli) nel 2019.
Nel detto Documentario INCOM, prima di quella sequenza, ce ne sta un’altra (20a Sequenza – 00:02:57,50 / 00:03:01,17 – per 3”,67), che rappresenta lo stesso episodio, pochi istanti prima, ma da una angolazione diversa (da dietro al Marinaio sulle scale) [vedi FOTOGRAMMA 2], anch’essa riscoperta da Vincenzo Delehaye nel 2017 e riportata nel DocuFilm “Bruciate Napoli” di Arnaldo Delehaye nel 2019.

Fotogramma reale (fiction?) del video, della Film-Aufnahmetrupp 2., Schwerer Kriegsberichterzug, Propagandakompanie 699., Propaganda-Einsatz-Führer, AOK 10. – 10. Armee / Armeeoberkommando 10., della fucilazione da parte dei tedeschi del Marinaio italiano, sullo scalone principale d’ingresso dell’Università degli Studi di Napoli, Domenica 12 Settembre 1943 – 16:30:00/17:00:00. L’intero video, rallentato, è visibile da questo link: https://www.youtube.com/watch?v=RgE0uhPi7_Y
Tale sequenza, anch’essa brevissima, però non è attribuibile come documento originale ad Amoroso, essendo lui impossibilitato a poterla girare. Sembrerebbe o una ripresa originale (ipotesi più probabile) della Propagandakompanie tedesca o un brano fiction (così l’individua l’INCOM, SIC!) girato postumo, probabilmente dallo stesso Roberto Amoroso. Purtroppo non ci sono, ancora, possibili riscontri.
Nel 1962, Nanni Loy, nel suo monumentale film “Le 4 giornate di Napoli”[21], inserisce una scena (00:13:21 / 00:16:19 per 2’58”) che rappresenta proprio la detta fucilazione del Marinaio italiano [vedi FOTOGRAMMA 3]; l’attore francese Jean Sorel l’impersonifica e la scena è girata, per mere opportunità tecnico-cinematografiche, sulla scalinata d’ingresso dell’Accademia di Belle Arti di Napoli su Via Vincenzo Bellini, da poco intitolata, solo la porzione davanti la scalinata, Largo Nanni Loy[22].

Fotogramma fiction della sequenza, del film “Le quattro giornate di Napoli” di Nanni Loy della fucilazione da parte dei tedeschi del Marinaio italiano (n.b.: Jean Sorel), sullo scalone principale d’ingresso dell’Università degli Studi di Napoli (n.b.: Accademia di Belle Arti di Napoli), Domenica 12 Settembre 1943 – 16:30:00/17:00:00 (n.b.: 1961).
Da notare che la scena fu ripresa, in un disegno di Antonio Abbonandi, sulla sovracopertina del libro di Mario Orbitello, “Le Quattro Giornate”, pubblicato da Democrazia e Libertà, a Napoli nel 1970 [vedi FOTO 8].

Sovracopertina disegnata da Antonio Abbonandi del libro di Mario Orbitello, “Le Quattro Giornate”, Democrazia e Libertà, Napoli, 1970.
[1] Università degli Studi di Napoli, “L’Università di Napoli incendiata dai tedeschi: 12 settembre 1943”, Gaetano Macchiaroli Editore, Napoli, 1944, Pagg. 26 e 34.
Link: https://books.google.it/books?id=qHSoxwEACAAJ&pg=PA26.
[2] Gigi Di Fiore, “Le 4 giornate di Napoli e il vero nome del marinaio fucilato ricordato nel film di Nanni Loy”, IlMattino.com, Napoli, 18.09.2013.
[3] Salvatore Ulisse di Palma, “Innocenza tradita – Andrea Mansi eroe Ravellese”, Gutenberg Edizioni, Fisciano (SA), 2013.
[4] Istituto Comprensivo “Novaro – Cavour”, “108599 – Lastra a ricordo uccisione di un marinaio – Napoli”, Pietredellamemoria.it, Roma, 06.10.2017.
Link: https://www.pietredellamemoria.it/pietre/lastra-a-ricordo-uddisione-di-un-marinaio-napoli/.
[5] Redazionale, “Una lapide al Porto per il marinaio eroe”, la Repubblica – Edizione di Napoli, Napoli, 16.03.2002.
[6] Il film, o sue notizie, potrebbe essere custodito tra i documenti in queste probabili classificazioni degli Archivi Tedeschi:
1) Bundesarchiv Koblenz (BArch-K / BA-K), Abteilung Bildarchiv (BA-BA), Potsdamer Straße 1, D-56075 Koblenz, Rheinland-Pfalz, Deutschland:
- BArch-K BA-BA Bestand Bild 101 I “Propagandakompanien der Wehrmacht – Heer und Luftwaffe”,
Link: https://www.bild.bundesarchiv.de/dba/de/search/?topicid=dcx-thes_bestand_774u70q3f5w1n3n6cd48;
oppure nel:
2) Bundesarchiv Freiburg (BArch-F / BA-F), Abteilung Militärarchiv (BA-MA), Wiesentalstraße 10, D-79115 Freiburg im Breisgau, Baden-Württemberg, Deutschland:
- BArch-F BA-MA Reichsheer und Heer RH 45 “Einheiten der Propagandatruppe des Heeres”,
Link: https://invenio.bundesarchiv.de/invenio/direktlink/1cc23d8e-9cd1-4056-9cb6-e5b9f602e371/,
Link: https://www.deutsche-digitale-bibliothek.de/item/QAL35TXBOQR3GULL6AVK5DQIKSVTYKG5;
- BArch-F BA-MA Reichsheer und Heer RH 45/166 “Einheiten der Propagandatruppe des Heeres / Propaganda-Kompanie 699 – Die Südfront.- Feldzeitung und Nachrichtenblatt für deutsche Soldaten in Italien”,
Link: https://invenio.bundesarchiv.de/invenio/direktlink/1cc23d8e-9cd1-4056-9cb6-e5b9f602e371/,
Link: https://www.deutsche-digitale-bibliothek.de/item/SC2AJLNYDCSZYEYTG4LOXC7QIFDAB2N5;
- BArch-F BA-MA Reichsheer und Heer RH 45/167 “Einheiten der Propagandatruppe des Heeres / Propaganda-Kompanie 699 – Südfront-Illustrierte.- Monatshefte für die deutschen Soldaten in Italien”,
Link: https://invenio.bundesarchiv.de/invenio/direktlink/1cc23d8e-9cd1-4056-9cb6-e5b9f602e371/,
Link: https://www.deutsche-digitale-bibliothek.de/item/A6OIWO6S6DY4RDBKAEGMGNHDIS6SOFXL;
- BArch-F BA-MA Reichsheer und Heer RH 45/168 “Einheiten der Propagandatruppe des Heeres / Propaganda-Kompanie 699 – Kriegsweihnachten 1944.- Illustrierte Ausgabe für die deutschen Soldaten in Italien”,
Link: https://invenio.bundesarchiv.de/invenio/direktlink/1cc23d8e-9cd1-4056-9cb6-e5b9f602e371/,
Link: https://www.deutsche-digitale-bibliothek.de/item/U26TTAHVNCTP5425OCWX5BIDZO7TLBL5;
- BArch-F BA-MA Reichswehrministerium RW 4 Bild “OKW / Wehrmachtführungsstab.- Bildbestand”,
Link: https://invenio.bundesarchiv.de/invenio/direktlink/429eee96-d502-4939-8bb8-18788d4ced2a/,
Link: https://www.deutsche-digitale-bibliothek.de/item/QDAAROB7M6HQ7FC5DKWK3K2RKFSHFRGW;
- BArch-F BA-MA Reichswehrministerium RW 4 “OKW / Wehrmachtführungsstab”,
Link: https://invenio.bundesarchiv.de/invenio/direktlink/d34369df-e4b1-4555-bde9-91a202f76b16/,
Link: https://www.deutsche-digitale-bibliothek.de/item/R4UZLM5L7OAUTPJ2VPSDBJI6EVKR4GAH;
- BArch-F BA-MA Reichswehrministerium RW 4/806 “OKW – Wehrmachtführungsstab / Propaganda-Kp. 699.- Propaganda-Berichte, Dez. 1943”,
Link: https://invenio.bundesarchiv.de/invenio/direktlink/d34369df-e4b1-4555-bde9-91a202f76b16/.
Notizie potrebbero esserci anche tra i documenti dei Comandi delle Unità superiori a cui la Propaganda tedesca faceva riferimento, negli Archivi Tedeschi:
3) Bundesarchiv Freiburg (BArch-F / BA-F), Abteilung Militärarchiv (BA-MA), Wiesentalstraße 10, D-79115 Freiburg im Breisgau, Baden-Württemberg, Deutschland:
- BArch-F BA-MA Reichsheer und Heer RH 19-X “Oberbefehlshaber Süd / Oberbefehlshaber Südwest / Oberkommando der Heeresgruppe C”,
Link: https://invenio.bundesarchiv.de/invenio/direktlink/0c8c1b43-34ec-46a6-a909-8d69dee6dc29/,
Link: https://www.deutsche-digitale-bibliothek.de/item/XAE63JQ5MTZ7SQHT6IMBIKVJFQB6ZIT3;
- BArch-F BA-MA Reichsheer und Heer RH 20-10 “Armeeoberkommando 10”,
Link: https://invenio.bundesarchiv.de/invenio/direktlink/c6966e2b-5f3d-4b6f-b251-0fea9754d276/,
Link: https://www.deutsche-digitale-bibliothek.de/item/XAE63JQ5MTZ7SQHT6IMBIKVJFQB6ZIT3;
- BArch-F BA-MA Reichsheer und Heer RH 24-14 “XIV. Armeekorps (mot.) / XIV. Panzerkorps”,
Link: https://invenio.bundesarchiv.de/invenio/direktlink/df03a820-1576-4365-8ede-32f6412506f8/,
Link: https://www.deutsche-digitale-bibliothek.de/item/ZJRP6GBLP4BNLLPFFXHVA5FWNTFVN2UI.
Interessante è la parte generale ed esplicativa del saggio di Carlo Gentile, “La Wehrmacht in Toscana – Immagini di un esercito di occupazione (1943-44)”, Collana “Toscana tra passato e presente” no 11 della Regione Toscana, Carocci Editore, Roma, 2006, ISBN-10: 884303751X, ISBN-13: 978-8843037513.
Ed ancora: Marco Marzilli, “Propagandakompanie”, HistoriaMilitaria.it, Cassino (FR), 06.12.2011.
Link: https://digilander.libero.it/historiamilitaria3/PK.htm.
[7] La Film-Aufnahmetrupp 1. era formata da 1 Filmfachführer/Filmberichter (Unteroffiziere = sottufficiale) e da 1 Filmberichter/Hilfskameramann/Kraftwagenfahrer (Mannschaften = truppa), mentre la Film-Aufnahmetrupp 2. era formata da solo 1 Filmberichter/Hilfskameramann/Kraftwagenfahrer (Mannschaften = truppa).
[8] Kriegsstärkenachweisungen (K.St.N.) Nr. 825 von 01.03.1939 / 01.03.1942 “Propagandakompanie (motorisiert)”.
[9] La catena di comando, discendente, era la seguente:
* Großdeutsches Reich-Staatsoberhäupter (Führer Adolf Hitler, dal 02.08.1934 al 30.04.1945);
* Großdeutsches Reich-Kabinett (Reichskanzler Adolf Hitler, dal 30.01.1933 al 30.04.1945);
* OKW – Oberkommando der Wehrmacht (Generalfeldmarschall Wilhelm Bodewin Johann Gustav Keitel, dal 05.02.1938 al 13.05.1945);
* OKH – Oberkommando des Heeres (OBdH – Oberbefehlshaber des Heeres Adolf Hitler, dal 19.12.1941 al 30.04.1945);
* OB-Süd – Oberbefehlshaber Süd (Generalfeldmarschall Albert Konrad Kesselring, dal 02.12.1941 al 16.11.1943);
* AOK10 – Armeeoberkommando 10. (General der Panzertruppe Joachim Hermann August Lemelsen, dal 04.09.1943 al 31.12.1943);
* XIV.PzKps – XIV. Panzerkorps (Generalleutnant Georg Otto Hermann Balck, dal 02.09.1943 al 01.10.1943).
[10] Valerio Caprara, “La parabola del filone napoletano: la formula Amoroso”, in Maria Cristina De Crescenzo, “Napoli, una città nel cinema”, Biblioteca Universitaria di Napoli, Napoli, 1995, Pag. 121.
Link: https://books.google.it/books?id=dqugMwEACAAJ&pg=PA121.
[11] Pasquale Iaccio, “Le Quattro Giornate di Napoli. Memoria collettiva e immagine cinematografica”, in “Drammaturgia: rivista diretta da Siro Ferrone”, Volume 4, Salerno Editrice, Roma, 1997, Pag. 104.
Link: https://books.google.it/books?id=4p8qAQAAMAAJ&pg=PA104.
[12] Monica Daniela Esposito, “Ugo Pirro e il cinema come fonte di storia”, in Pasquale Iaccio, “La storia sullo schermo: il Novecento”, Quaderni del Giornale di Storia Contemporanea, Luigi Pellegrini Editore, Cosenza, 2004, Pag. 67.
Link: https://books.google.it/books?id=UWD4-MrXdG4C&pg=PA67.
[13] Il film, o sue notizie, potrebbe essere custodito tra i documenti in queste probabili classificazioni degli Archivi Statunitensi:
1) National Archives and Records Administration (NARA), National Archives Building, 700 Pennsylvania Avenue, Northwest, Washington, D.C. – District of Columbia 20408, United States of America:
- NARA Record Group RG 331 “Records of Allied Operational and Occupation Headquarters, World War II” (1942-1954),
Link: https://www.archives.gov/research/guide-fed-records/groups/331.html;
- NARA Record Group RG 331.21 “Records of AFHQ Special Staff Organizations” (1942-1947); 14 piedi lineari e 310 roll di microfilm,
Link: https://www.archives.gov/research/guide-fed-records/groups/331.html#331.21;
- NARA Record Group RG 331.21.2 “Records of the Psychological Warfare Branch” (1942-1946); 89 roll di microfilm,
Link: https://www.archives.gov/research/guide-fed-records/groups/331.html#331.21.2.
Ma la PWB – Psychological Warfare Branch era una struttura “alleata”, quindi, con personale sia Statunitense che Britannico; perciò tracce potrebbero essere ritrovate anche presso gli Archivi Britannici:
1) National Archives (NA), John Ruskin Avenue, Kew, Richmond upon Thames, Great London, England TW9 4DU, United Kingdom:
- NA War Office WO “Records Of War Office And Armed Forces”,
Link: https://discovery.nationalarchives.gov.uk/browse/r/h/C259;
- NA War Office WO 204 “War Office: Allied Forces, Mediterranean Theatre: Military Headquarters Papers, Second World War” (1941-1948), 13.051 file e card,
Link: https://discovery.nationalarchives.gov.uk/browse/r/h/C14410;
- NA War Office WO 204.6062/6518 – 10280/10282 – 10908/10909 – 10942/10945 – 11461/11462 – 11607 – 11634/11637 “Psychological Warfare Branch”,
Link: https://discovery.nationalarchives.gov.uk/browse/r/h/C78299.
Notizie potrebbero esserci anche tra i documenti dei Comandi delle Unità superiori a cui la Propaganda tedesca faceva riferimento, negli Archivi Statunitensi:
National Archives – National Archives and Records Service – General Services Administration, Washington, D.C. – District of Columbia 20408, United States of America;
1) National Archives, Archives II, 8601 Adelphi Road, College Park, MD Maryland, 20740-6001, United States of America:
- Guides to German Records Microfilmed at Alexandria (VA), No. 40 “Records of German Field Commands: Army Groups (Part I: HGr A-C, G, H, Nord, Weichsel, Oberrhein, Süd)”, Microcopy T-311A (CAB 80, DR 10 – CAB 81, DR 2), 1964, “Heeresgruppe C (Army Group C) / Oberbefehlshaber Süd (1943)”, Item: 75138 – 85409 – 85518/85520 – 85523/85524 – 85545/85546, Roll: 10/11,
- Guides to German Records Microfilmed at Alexandria (VA), No. 44 “Records of German Field Commands: Armies (Part IV: AOK 10-12, 14)”, Microcopy T-312F (CAB 81, DR 2 – CAB 83, DR 5), 1964, “Armeeoberkommando 10. (1943)”, Item: 42803, Roll: 85/87,
- Guides to German Records Microfilmed at Alexandria (VA), No. 58 “Records of German Field Commands: Corps (Part III: X-XVII Corps)”, Microcopy T-314D (CAB 84, DR 6 – CAB 86, DR 11), 1968, “XIV Panzerkorps (1943)”, Item: 48702, Roll: 53/54,
[14] Purtroppo nessuna ricerca ha dato risultati con quel cognome o cognomi similari.
Nel Novembre/Dicembre 1943 c’erano solo 6 ufficiali statunitensi ed 1 britannico (tra Generali e Colonnelli) e 6 ufficiali statunitensi ed 1 britannico (tra Tenenti Colonnelli), inquadrati nell’INC – Information and Censorship Section, dell’Intelligence Staff Organizations dello Special Staff dell’AFHQ – Allied Force Headquarters, che comprendeva le 3 Branche: PWB – Psychological Warfare Branch, Censorship Branch e PRB – Public Relations Branch, su un totale di 53 ufficiali statunitensi e 31 britannici della Sezione. C’è da dire, però, che, per le funzioni assegnate al PWB e al PRB, potrebbe essere che Amoroso si sia interlacciato con ufficiali del PRB anziché con quelli del PWB. Fonte: Allied Force Headquarters, “History of AFHQ (History of Allied Force Headquarters and Headquarters NATOUSA (North African Theater of Operations))”, Part Two “The Tunisian, Sicilian and South Italian Campaigns (December 1942 – December 1943)” – Section 2, Allied Force Headquarters, Washington, 1945, Pagg. 241, 295 (Capitolo IX “Intelligence Staff Organizations”), 304-310 (Paragrafo 3 “Information and Censorship Section (INC) AFHQ-NATOUSA”).
Link: https://apps.dtic.mil/dtic/tr/fulltext/u2/a551521.pdf.
Al 31 Gennaio 1944 il solo PWB ebbe 101 ufficiali statunitensi e 36 britannici. Fonte: Col. Donald F. Hall, “Psychological Warfare in the Mediterranean Theater”, Parte I “Organizational Evolution of PWB”, Paragrafo “Complete Reorganization in 1944”, 2679th Hq. Co. PWB, Napoli, 31.08.1945.
Link: https://www.psywar.org/pwbAfhq01.php.
[15] Film “Malaspina”, per la regia di Armando Fizzarotti (fittizia, in realtà di Roberto Amoroso), prodotto dalla C.A. (Cine Amoroso) di Roberto Amoroso (Napoli) nel 1946.
[16] Anna Laura De Rosa, “Memoria, il ricercatore: “In una bobina il video inedito dell’incendio nazista alla Federico II e dell’omicidio del marinaio Mansi”, la Repubblica – Edizione di Napoli, Napoli, 26.01.2018.
[17] Vincenzo Delehaye, “A Nanni Loy le Belle Arti”, Iustitia, Napoli, Anno XXVI, n° 34, 01.10.2018.
Link: http://www.iustitia.it/archivio/1_ottobre_18/documenti/lettere8.htm.
[18] Il film, o sue notizie, potrebbe essere custodito tra i documenti in queste probabili classificazioni degli Archivi Italiani:
1) Archivio Storico Istituto Luce, Via Tuscolana 1055, I-00173 Roma (RM), Italia:
- Fondo “Amoroso”,
Link: https://www.archivioluce.com/fondo-amoroso/.
[19] Documentario “L’Italia s’è desta (Documentario dedicato agli italiani che hanno lottato e sofferto per vedere l’alba della Libertà, agli Alleati che quella Libertà hanno aiutato a conquistare, agli altri Popoli affinché conoscano la passione e il sacrificio dei Patrioti italiani)” (Codice Luce: n° D003103, Durata: 00:21:20, Colore: b/n, Sonoro: Italiano), per la regia di Domenico Paolella, prodotto dalla INCOM (Roma) nel 1947, sceneggiatura: Raffaele Gervasio e Domenico Paolella, Direzione Generale INCOM: Sandro Pallavicini, organizzazione: Luigi Ramarini, aiuto regia: Clara Schiavo-Lena, aiuto operatore: Mario Dolci, edizione: Piero Braccialini, fotografia: Arturo Giordani, musica: Raffaele Gervasio, direttore d’orchestra: Fernando Previtali.
Link: https://patrimonio.archivioluce.com/luce-web/detail/IL3000052607/1/l-italia-s-e-desta.html.
[20] Film “Napoli milionaria (1940-1950 Diario napoletano di cose accadute nel mondo ieri oggi…. ….domani?)”, per la regia di Eduardo De Filippo, prodotto da Dino De Laurentiis (Roma) nel 1950.
[21] Film “Le 4 giornate di Napoli”, per la regia di Nanni Loy, prodotto dalla Titanus di Goffredo Lombardo (Roma) nel 1962.
Link: https://www.youtube.com/watch?v=37DeB-VmzWw.
[22] Redazionale, “Quattro Giornate di Napoli, intitolato a Nanni Loy lo slargo dell’Accademia di Belle arti”, la Repubblica – Edizione di Napoli, Napoli 30.09.2019.