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Primo Maggio, la storia: perché è la Festa del Lavoro?

Il Primo Maggio nasce assieme alle rivendicazioni dei lavoratori. Curiosamente, la ricorrenza è legata a un fatto drammatico della storia sociale degli Stati Uniti, fra i pochissimi paesi al mondo dove oggi la festa del lavoro non si celebra il 1° maggio bensì il primo lunedì di settembre. Nel XIX secolo i lavoratori negli Usa sono organizzati grazie all’industrializzazione e all’impiego di forza lavoro immigrata dall’Europa centrale dove hanno attecchito correnti rivoluzionarie. Già nel 1866 alla conferenza di Ginevra dell’Associazione internazionale dei Lavoratori – la Prima Internazionale fondata da anarchici e marxisti – era nata la rivendicazione di “otto ore come limite legale della giornata lavorativa”. Sarà uno dei cavalli di battaglia del movimento organizzato dei lavoratori. Ancora oggi non è acquisita in tutto il mondo. Sulla pressione della Federation of Organized Trades and Labour Unions, l’Illinois, stato della cintura industriale, approvò la legge per la giornata di 8 ore entro il 1887.

Ma la Fotlu aveva stabilito il limite al 1° maggio 1886 che divenne un’ora X di protesta operaia.

Al corteo di Chicago parteciparono 80mila lavoratori in sciopero. Era sabato, allora giorno lavorativo. Scioperi spontanei si susseguirono nei giorni seguenti in tutti gli Usa. Si calcola che solo il 1° maggio 1886 incrociarono le braccia 400mila lavoratori in oltre 10mila stabilimenti degli Stati Uniti. Vi furono incidenti, licenziamenti, operai uccisi dalla polizia nel corso delle manifestazioni. A Milwaukee gli agenti spararono contro i manifestanti – operai polacchi – uccidendone nove. Arresti, chiusure di sedi sindacali, cariche agli assembramenti: a Chicago la polizia intervenne contro un’”adunata sediziosa” di fronte alla fabbrica di trattori McCormick uccidendo due lavoratori il 3 maggio. Gli anarchici – l’ala allora prevalente in seno al movimento di classe – fissarono un sit-in contro la brutalità della polizia ad Haymarket Square dove un’esplosione uccise 6 poliziotti. Finirono alla sbarra e condannati a morte 7 anarchici: August Spies, Michael Schwab, Samuel Fielden, Albert Parsons, Adolph Fischer, George Engel e Louis Lingg. Per le pressioni internazionali (le autorità temevano una rivolta e in Germania, terra d’origine di quasi tutti gli imputati, il cancelliere Bismarck proibì ogni manifestazione di protesta e solidarietà con i processati di Haymarket) la condanna di Fielden, immigrato inglese, e Schwab (tedesco) fu commutata in ergastolo. Lingg si suicidò in modo strano esplodendosi un candelotto di dinamite. Gli altri furono impiccati. Parsons era l’unico americano. Un ottavo imputato, il tedesco-americano Oscar Neebe, fu condannato a 15 anni e ne scontò 7. Per il governatore dell’Illinois che nel 1893 firmò la grazia di Fielden, Neebe e Schwab decretandoli innocenti fu la fine della carriera politica.

Ma l’indignazione e l’eco mondiale dei “martiri di Chicago” fecero del 1° maggio la bandiera di tutte le correnti del movimento dei lavoratori. Fra le prime proteste internazionali, i portuali e il popolo di Livorno bloccarono nel 1888 lo scarico di navi statunitensi. Disciolta la Prima, fu la Seconda Internazionaleegemonizzata dai marxisti a istituire nel 1889 al congresso di Parigi la festività. Il presidente americano Grover Cleveland temendo che potesse catalizzare il socialismo stornò la data dalla festa del lavoro. Avvenne cioè negli Usa come per l’8 marzo che le istanze civili furono disgiunte da quelle di classe. Si cominciò a parlare semmai di “stranieri” immigrati, comunità etniche, razze piuttosto che di classi sociali. In Europa accade piuttosto il contrario: il 1° maggio 1890 in Italia il movimento dei lavoratori dà vita alla sua prima manifestazione nazionale unitaria per di più collegata a un’iniziativa di carattere internazionale celebrata in molti altri paesi per il lavoro, il salario e la pensione.

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